FAVRIA – La grande stagione sportiva, ricca di successi e piazzamenti di prestigio, vissuta da Chiara Boggio si arricchisce di un altro splendido sigillo, arrivato qualche giorno fa sulle Dolomiti, in occasione dell’edizione 2025 della “Fiemme Ultra Sky”.
La portacolori della Durbano Gas Energy Rivarolo 77, che è tra gli “ambassador” del Team North Face, ha conquistato la meritata vittoria al termine di 80 chilometri parecchio provanti, dove la canavesana, grande specialista delle “ultra marathon” in alta quota, ha centrato la prima piazza a livello femminile.
Un’affermazione che va ad arricchire un palmares, legato agli ultimi 10 mesi, davvero notevole: “Si tratta di un successo che mi riempie di orgoglio, e che posso porre vicino a quelli che in questo anno, per me molto prolifico, sono riuscita a conseguire” dice Chiara.
Una Boggio che inizia a tracciare il bilancio della sua annata agonistica: “Sono tanto soddisfatta e se dovessi dare un voto, direi un bel 9. A 43 anni mi sono ritrovata a prevalere in diverse gare di prestigio e questo un po’ mi sorprende, un po’ mi conferma che la strada intrapresa nell’ultimo periodo è quella giusta”.
Grazie al lavoro in allenamento assieme a Massimiliano Lacqua e, di recente, anche con l’ausilio di un coach messole a disposizione dal Team North Face, la favriese ha compiuto importanti miglioramenti: “Lo confermo, mi è servito a fare ulteriori passi avanti, che uniti al lavoro di testa e di esperienza che bisogna fare in ogni singola gara mi hanno permesso di salire sul gradino alto del podio in corse alle quali tenevo particolarmente”.
Tra queste ce n’è una in particolare, che la riempie di orgoglio: “E’ la vittoria conquistata a Ceresole, a casa mia, su quei sentieri che, insieme al Monte Soglio, sono i luoghi dove mi alleno e mi preparo. Devo confessare che questo primo posto mi ha reso, forse, ancor più felice rispetto al successo del “Tor des Géants”. Aver vinto in rimonta, e con un distacco di appena 30 secondi dalla medaglia d’argento, che conferma quanto sia stata tirata, mi ha soddisfatta a pieno”.
L’ultimo sigillo non è stato però da meno: “E’ stata una gara tosta, dove ho fatto i conti con sentieri che non mi aspettavo così impegnativi, con varie salite “dritto per dritto”. Anche il primo freddo della stagione ha reso il tutto più arduo, ma alla fine sono contenta di essermi imposta”.
Adesso appuntamento a fine mese con il “Trail del Monte Casto”, poi ci si potrà “rilassare” un attimo, ma non troppo, perché il 2026 è già da preparare. “In realtà – conclude Chiara Boggio – per l’anno prossimo non ho ancora nessun programma definito. Da mamma preferisco affrontare le cose con la dovuta calma, tenendo conto delle esigenze della mia famiglia. Se potrò, tra i possibili obiettivi c’è quello di prendere parte ad una prova del “Tor”, probabilmente la 130 chilometri, mentre chissà, prima dei 50 anni mi piacerebbe tornare a confrontarmi ancora una volta con il percorso più lungo della corsa valdostana”.



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