CANAVESE – Alla fine, dopo un totale di 30 giorni di avventura, suddivisi in tre anni, e circa 3100 chilometri macinati fianco a fianco l’impresa dei quattro canavesani tesserati per il Sutalatur di Salassa, volta a completare la “Via Francigena” da Canterbury sino a Santa Maria di Leuca, è andata a buon fine.
Pochi giorni fa, infatti, il gruppo composto da Martino Serena, Silvio Boggio (entrambi di Pont Canavese), Rossano Massa (che risiede a Rivarolo) e Luigino Roncaglione (il quale, invece, vive a Salassa) ha dato i “colpi di pedale” decisivi per concludere la tranche 2025 di questo bellissimo viaggio, svolto tutto in sella alle loro biciclette.
Una parte finale che ha visto i protagonisti di tale progetto (tra storia, cultura, passione per lo sport e anche buona tavola) partire da Roma ed arrivare sino alla località più a sud della Puglia, percorrendo in questo caso all’incirca un migliaio di chilometri, con oltre 8500 metri dislivello (che hanno portato il complessivo dell’intero tracciato a 28mila metri!).
“Siamo davvero contenti – dicono i quattro ciclisti canavesani – perché siamo riusciti a chiudere il cerchio, portando a compimento quella che aveva un po’ il sapore dell’impresa. E’ stato un viaggio bellissimo e stimolate, che ci ha fatto conoscere tra di noi in maniera più profonda, sotto il punto di vista umano, ci ha legati e ci ha permesso di condividere tante cose belle, che ci porteremo sempre con noi”.
“Ripartiti” nel loro itinerario dalla zona del Colosseo a Roma, per puntare in direzione Sezze, passando per i Castelli Romani, poi Luigino, Rossano, Silvio e Martino hanno toccato altri posti carichi di fascino come Terracina, Gaeta, Formia, San Severo, Santa Maria di Stignano, Sovereto, Polignano a Mare, Brindisi, Otranto, Tricase, Lecce (solo per fare qualche nome), visitando città e paesi dai nomi importanti, ma anche piccoli borghi stupendi e carichi di fascino.
“Abbiamo fatto i conti con il caldo, però il tempo questa volta ci è stato a dir poco favorevole – raccontano i quattro del Sutalatur – E’ stata l’ennesima occasione per goderci posti splendidi, di conoscere belle persone, di essere accolti a braccia aperte e di constatare le ricchezze, a 360 gradi, del nostro Bel Paese. L’accoglienza, soprattutto nei borghi più piccoli, ci ha scaldato il cuore e ci ha permesso di vivere un viaggio eccezionale”.
Alla fine, la Via Francigena è stata completata in tutta la sua lunghezza: “E’ stata un’avventura molto gratificante, sia sotto l’aspetto del pedalare, che di come siamo usciti più consapevoli l’uno degli altri. Ognuno di noi ha il suo carattere e questi si sono “fusi” perfettamente, permettendo alla nostra amicizia di uscirne ancor più rafforzata”.
Un ringraziamento, i protagonisti di questa storia lo vogliono rivolgere in particolare ad alcune realtà del Canavese: “Oltre, naturalmente, al gruppo dei Sutalatur, sono la BigMat De Tommasi di Valperga e la Ciclo Officina di Cuorgnè, dell’amico Edoardo Fedre, che non solo hanno creduto in quanto abbiamo fatto, ma ci hanno sostenuto e spronato nell’arrivare sino al traguardo finale”.
Archiviato, a questo punto, il progetto adesso bisogna guardare al futuro… “Diciamo che qualche idea in testa noi quattro l’abbiamo. Come accaduto per la Via Francigena, dobbiamo confrontarci e capire la fattibilità della cosa, ma non possiamo nascondere che la voglia di vivere un’altra avventura come questa ci stimola parecchio…”

© Riproduzione riservata - vietato l'utilizzo di testi, video e foto se non espressamente autorizzato dall'Editore